Caro Michele – come scrisse una volta
qualcuna – che ti sei perso dici
un po’ di vita e un po’ di più – rifletti
su quanto è bello e sarà bello perdere
ancora per avere in fondo al vicolo
di un’altra vita il sole (oddio non quello
dell’avvenire necessariamente...)
che riscalda le giornate anche se fredde
che dà forza a chi non se ne sente più
Caro Michele – mi vorrei mettere a piangere
insieme a te ma tu non piangi adesso
malgrado riconosca di aver perso
al gioco e pure un po’ (malauguratamente)
in amore (nonostante si dica il contrario)
acchiappando farfalle e sprecando
i centesimi a volte anche quelli
per un panino o l’improbabile ultima
sigaretta che segnasse un tuo traguardo
Allora insieme a te rido di cuore
ripensando a quante volte abbiamo avuto
la certezza di un possesso poi svanito –
e ce ne siamo fatti belli in faccia al mondo
e sapevamo che da quei momenti
uscivamo sempre consapevoli di essere
(inevitabilmente) chi si doveva essere
– nella scalata al bene quello vero
da scoprire infine in una mano tesa
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